Arezzo: cosa fare il weekend del 19 e 20 gennaio

MOSTRE / L’idea del viaggio nelle sculture di Gustavo Aceves 

Prosegue ad Arezzo “Lapidarium: dalla parte dei vinti” di Gustavo Aceves, una grande esposizione itinerante dedicata a uno dei massimi interpreti dell’arte contemporanea. La mostra propone opere realizzate in pietra, bronzo, resina, legno e altri materiali. Collocate in più luoghi del centro storico aretino (San Francesco, Sala Sant’Ignazio, Sagrato del Duomo e Fortezza Medicea), le sculture di Aceves nascono dall’idea del viaggio, della migrazione. Una mostra di grande suggestione artistica e di fortissimo impatto emotivo.

Ingresso: 3 euro.  Accesso gratuito per i minori di 12 anni

I biglietti sono acquistabili presso le sedi espositive di Sant’Ignazio e Fortezza Medicea oppure presso l’Info Point di Piazza della Libertà, 1
Orari: dalle ore 10.00 alle ore 19.00.  Giorno di chiusura: lunedì
Info: 0575 356203

 

TEATRO/ Nuovo appuntamento con la stagione teatrale al Teatro Petrarca

Due grandi attrici italiane per una pièce che alterna registri comici e drammatici: sabato 19 e domenica 20 gennaio ad Arezzo Isa Danieli e Giuliana de Sio portano in scena in LE SIGNORINE, lo spettacolo che Fondazione Guido d’Arezzo, Fondazione Toscana Spettacolo onlus e Comune di Arezzo propongono al Teatro Petrarca.

Prodotto da Nuovo Teatro per la regia Pierpaolo Sepe, “Le Signorine” racconta di due sorelle zitelle “offese” da una natura ingenerosa, che trascorrono la propria esistenza in un battibecco infinito.

Isa Danielli e Giuliana De Sio sono Addolorata e Rosaria, e per loro qualsiasi circostanza o avvenimento diviene argomento di animata e inconciliabile discussione. Rosaria domina, Addolorata subisce. Finché un inaspettato, drammatico episodio sembra capovolgerne i ruoli. Danieli e De Sio esaltano l’incalzante comicità, ma anche la struggente malinconia e drammaticità del testo di Gianni Clementi, in uno spettacolo intimo e claustrofobico, nel quale le protagoniste diventano lo specchio della società attuale, sempre più portata a considerare “il mondo fuori” come il nemico. Il piccolo appartamento delle due zitelle diventa allora una sorta di avamposto; le finestre, delle feritoie da cui osservare, senza essere visti, il pericolo che incombe.

Informazioni: Fondazione Guido d’Arezzo, Corso Italia 102; tel. 0575356203; fondazioneguidodarezzo@gmail.com. Pagina Facebook: Arezzo Cultura
Teatro Petrarca, via Guido Monaco 12, tel. 0575 1739608
www.comune.arezzo.it; www.toscanaspettacolo.it

 

ITINERARI / Una passeggiata nel centro storico

Arezzo è una città tutta da scoprire, magari passeggiando con lentezza tra torri, palazzi, strade e viuzze, che disvelano un universo pieno di arte e tipicità a partire dai tanti negozi tipici e di antiquariato che arricchiscono il centro storico. Impossibile non visitare la Fortezza Medicea o la maestosa Cattedrale che si erge imponente e bellissima nella parte più alta del centro storico. Da lì è semplice raggiungere la Basilica di San Domenico che ospita il Crocifisso di Santa Croce dipinto da Cimabue nel XIII secolo, e che si pone come una quinta teatrale a chiudere la piazza antistante, silenziosa e raccolta.
Ancora qualche passo e si arriva alla Basilica di San Francesco dove si trovano gli affreschi di Piero della Francesca. E poi Piazza Grande, una delle piazze più belle del mondo sospesa in un’atmosfera senza tempo che ovunque trasuda di raffinatezza e eleganza. Una città che entra nell’anima, dove perdersi per ritrovarsi.

 

CURIOSITÀ / Le origini di Arezzo

Arezzo sorge in una zona abitata fin dalla preistoria: sede di una delle 12 lucumonie etrusche, nel III secolo a.C. fu conquistata dai romani che latinizzarono il suo nome in Arretium. Bastione difensivo del nascituro impero romano, rimase sempre gelosa della sua autonomia, tanto che cercò più volte di riconquistare l’indipendenza. All’inizio dell’età imperiale la città divenne molto prospera. Sorsero stabilimenti pubblici, come il teatro, le terme e un anfiteatro di notevoli dimensioni che è giunto fino ai nostri giorni.

La struttura originale, realizzata in marmo, laterizi e blocchi di arenaria vantava una capienza complessiva di circa 8.000 spettatori. Dell’antico anfiteatro romano rimangono ben visibili la platea e i resti degli ambulacri. Qui si trova anche il Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate che, articolato in ben 26 sale, racconta di questo importante passato. Assolutamente consigliata la visita.

 

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